Abbiamo chiuso il programma e siamo pronti a raccontarlo ai cittadini per far tornare a splendere Chiavari. Ragionando sui nodi irrisolti della città è stato facile dare un voto alla giunta uscente dopo i cinque anni di mandato. Il tour per Chiavari è brevemente intenso. La cultura, quella vera, è defunta con palazzo Rocca ed il suo Museo che sono ai titoli di coda, potrebbe mancare poco alla chiusura, due mura ritrovate subito ricoperte, la Torre civica inespugnabile per il degrado, il palazzo del vecchio tribunale, liberato ormai da quattro anni, oggi occupato da qualche arredo e qualche sgabello. Dal lido alla colmata è uno strazio, partendo dalla stessa piscina. Talmente desolante che il sindaco, con il pesce d’aprile, si è preso in giro da solo raccontando che finalmente aveva un progetto. Lungo Entella no comment, neppure l’argine precipitato da anni è stato tirato su. Sul porto ha raccolto quello che in dieci anni si è iniziato, ma conduzione e gestione continuano a dire che i conti non tornano per ovvi motivi con la famosa zona F che incassa sempre meno, aree occupate che non pagano l’affitto, ed un discreto conflitto di gestione tra Alaggi e la Shippping. Per la città tutto come prima, dalle piste ciclabili, alle pedonalizzazioni, fino all’arrivo delle casette dell’acqua (già da noi commentate) ai raccogli pile venduti come opere strategiche. Venendo alle dolci note si arriva a Preli, l’ECOMOSTRO, prima il suo orgoglio sbandierato per anni e adesso vedendo l’effetto che fa, o meglio, ora che è solo un problema, quasi a disconoscerlo. La gita continua con il parcheggio selvaggio in piazza dei pescatori, l’identico davanti alla cattedrale, fino ad arrivare al Palazzo del nuovo tribunale, o meglio ex tribunale, che dopo promesse e promesse si racconta che sia occupato da 15 persone. Un palazzo concepito e che costa una cifra come consumi subisce continui rimandi per il suo almeno dignitoso utilizzo. “Vedrete che a luglio, poi vedrete che a settembre”.. insomma quattro anni di promesse per occuparlo con 15 persone. Ordine pubblico carente, porta a porta da strazio, campi di non autorizzati mandati via da Preli ora altrove e gente che vive di elemosina in aumento, con le famose prostitute davanti alla cattedrale a chiudere il quadro del suo mandato. La gita termina con il pensiero alle famose giravolte politiche del sindaco note a tutti, che ci hanno almeno alleviato, ma non divertito, dal pdl, alla Paita, ora Toti fino all’accordo con la Lega, e miracolo conclusivo sempre con il mondo cattolico nel cuore, Salvini, La Russa, la Meloni tutti insieme appassionatamente al suo caffè d’inizio campagna elettorale. Però non mancano mai le nuove puntate, come quella relativa al giro dell’Appennino e la sua bella sfilata, con tal Gino Bagnasco che a mezzo stampa ha fatto arrivare il “non rompa le scatole a tutta la città metropolitana con una gara, il giro dell’appennino, che Genova non ha più voluto sostenere. Chiavari è un comune di arrivo di seconda o terza scelta che evidentemente a differenza di Genova paga per avere l’arrivo… finendo con un sindaco rifletta”. Una testimonianza da quel comune di Rapallo, forse veramente di destra, che seppur non in campagna elettorale, ha ricevuto il premio ottenendo lo sblocco del patto di stabilità per circa 8 milioni di euro da investire in opere pubbliche. A nulla è servito vincere il depuratore comprensoriale per riabilitarsi nel mondo dei potenti? Riflettiamo anche noi e oggi emerge che è mancata la visione di città, tutto o quasi tutto non e’ stato valorizzato ed è normale che ora il sindaco riparta da capo ossia a raccontare la sua vita come il nuovo che scende in politica, a piazzare un point per spiegare cosa avrebbe in programma, a fare una faraonica campagna elettorale, puntando su fondi comunali da dilapidare, come quel famoso giro dell’Appennino pagato con il fondo di riserva. In un posto normale una giunta come questa non prenderebbe neppure un voto. O meglio zero come il voto che diamo alla giunta.