Note del Meetup Cinque stelle chiavarese circa il Consiglio Comunale di venerdì 26 Luglio 2013 per COLONIA FARA. Abbiamo già contestato precedentemente l’orario poco partecipativo. Si è fatto menzione su organi non ufficiali che la scelta è stata motivata con l’ondata di gran caldo, speriamo non sia vero perché è attenuante generica nei confronti di chi magari al caldo lavora con pala e picco. Comunque alcuni di Noi hanno presenziato.
Molto tesa l’atmosfera, palpabile la tensione e tanti piccoli episodi da sottolineare.
Il primo problema è l’alterco che non lascia risposta al consigliere Canepa che vorrebbe alcuni ragguagli circa la Tarsu con bollette che arrivano nelle case dei chiavaresi in questi giorni e indicano il 31 Luglio come data utile per il pagamento. Un consigliere della maggioranza stizzito indica di procedere perché non è tema all’ordine del giorno.
Purtroppo arrivano gli argomenti all’ordine del giorno.
Il via libera alla vendita della Colonia Fara è l’apice della parabola discendente di questo consiglio comunale per lo meno dal punto di vista democratico. Si approccia l’adozione della nuova perizia giurata del commercialista genovese Stefano Quaglia che stima il valore della Fara a 7.450.000 euro come base d’asta per la prossima gara pubblica.
Prima però siparietto non da poco: s’assiste al tentativo di svolgere la commissione dei capogruppo richiesta dall’opposizione che per scelta non era stata svolta nei giorni precedenti poiché non indetta.
Il Presidente del Consiglio l’accorda su due piedi, si reca fuori per presenziarla, parte tutta l’opposizione e dietro la maggioranza, ma dopo che qualche consigliere raggiunge la porta il sindaco richiama tutto l’apparato indietro. Dietro-front repentino, tensione e consiglieri sbraccianti nell’aula fra la maggioranza in attesa che la commissione si svolga in esterno tra le opposizioni. Dopo alcuni minuti si torna in aula. A voi i commenti.
Il nodo della decisione dopo le parole del Sindaco è semplice e da riassumere in poche righe: l’immobile è di proprietà comunale, è vincolato, in 33 anni nessuno è mai riuscito ad alienarlo e Levaggi ha fatto capire senza mezzi giri di parole che rappresenta un vero e proprio problema per Chiavari. Non tanto è importante venderlo, ma si può anche svendere, perché per convincere il consiglio e i pochi presenti il primo cittadino ha dirottato il discorso evidenziando che si tratta di un “brutto anatroccolo” con costi di manutenzione alti (Levaggi ha detto che Agostino ha speso 80.000 euro per salvaguardare l’incolumità pubblica e adesso sono decine di migliaia di euro a stagione quelli necessari) ha sbandierato sentenze della corte dei conti che chiariscono che nel caso di aste deserte si può abbassare quanto si vuole il valore stimato ed infine ha raccontato l’aneddoto (e noi non facciamo nomi) che insigni personaggi che hanno o lavorano in Regione dopo una visita della struttura gli hanno consigliato di metterla in vendita non domani, ma da ieri.
Tutto ciò utilizzando la parola “trasparenza” almeno una decina di volte.
Quindi l’esigenza di andare in Consiglio, a sua detta neppure obbligatoria, è stata determinata dal fatto che ha incaricato un professionista affermato per eseguire la stima, ma ha puntualizzato in diversi passaggi che i prezzi li fanno i mercati e non le stime.
Ha chiuso l’intervento rimarcando che il tempo passa e questo è solo dannoso, che i patti di stabilità sono da rispettare, che non si vogliono alzare le tasse, ma i soldi sono finiti.
Insomma in definitiva un vero e proprio “sbarasso” del gioiello che potrebbe rilanciare Chiavari o affondarla definitivamente con altre inutili seconde case. Gran finale con una frase forte: questa è “la linea del Piave di questa amministrazione”.
Quanta terribile fretta. Per arrivare dove? Quali sono i problemi e gli interessi per eventualmente anche svenderla? Rifare la piazzetta sotto Comune, ci sembra poco.
Arrivano gli interventi dell’opposizione che sottolineano che:
- È grave non aver fatto commissioni e che in quella organizzata nel corridoio la maggioranza ha prima voluto farne parte poi il sindaco ha richiamato tutti all’ordine.
- si può abbassare fino ad un certo punto il prezzo poi è obbligo che l’immobile rimanga patrimonio per la città.
- il sindaco ha mostrato che ha fretta di vendere e pare che la perizia determina delle cifre che poi lavorate con le detrazioni previste e sottratti il 20% già previsto per ulteriore eventuale e sicura asta deserta si determina quasi con chirurgica precisione quanto la trattativa privata già uscita allo scoperto pare voler versare.
Interviene l’arch. Giardini, attuale Presidente del Consiglio Comunale, secondo il quale la pratica della Colonia Fara doveva essere ritirata, in quanto la perizia giurata non comprende nella valutazione le terrazze dell’edificio. Quindi è anche provatamente sbagliata dal punto di vista tecnico.
Questo pesante affondo non porta a nulla, la fretta vince anche sull’errore tecnico. Tutti uniti a votare. Si alzano i consiglieri d’opposizione con proteste reiterate, si alza buona parte del pubblico, si alza il Presidente del Consiglio e la maggioranza vota da sola questa pratica e le altre compreso quella relativa alla Marina Chiavari.
Ora ci chiediamo se chiudere la vendita a 5500 milioni di euro, come sembra facile prevedere anche senza disporre di una palla di cristallo sia una vendita. I dati tecnici dell’immobile sono 5395 Mq. di superficie calpestabile, 300 Mq. di terrazze e 3700 Mq di terreno pertinenziale.
Regalando in una stima a spanne terreni e terrazze posizionate sulla spiaggia (che naturalmente non sono poco prestigiose) a metro quadrato la stima valuta il valore attuale circa a 1000 euro. Nel luglio di cinque anni or sono (certo a crisi solo iniziata) con 17 milioni, 5 in più rispetto alla base d’asta, il Centro Arte di Chiavari si era aggiudicato l’ex Colonia Fara, e il gruppo formato da gente di Chiavari aveva sbaragliato tre concorrenti di Piacenza, Roma e Milano con il sindaco Agostino che disse: «Non mi aspettavo un rialzo del 40% rispetto alle stima».
Oggi una stima effettuata da un commercialista a quanto pare esperto in beni Monumentali (da verificare tra l’altro se l’Ordine degli architetti sarà d’accordo per competenza) dimentica dei pezzi, viene pagata 12.000 euro come onorario e stabilisce qualche milione di euro meno di quella di Gabrielli l’architetto e urbanista genovese che quantificò un prezzo base di 12 milioni.
Levaggi appena eletto dichiarò da oggi solo opere condivise. E’ stato eletto con 4.179 voti su 25.101 votanti. Ha perso diversi pezzi; dei 1142 voti di Chiavari nel cuore non restano rappresentati neppure la metà (467 preferenze circa) poi via Mario Maggi 156, Fiammetta Maggio 215, Cervini 81, Giardini 122 che quando esce dall’aula generalmente preannuncia l’arrivo del boomerang per l’amministrazione, insomma restano neppure 3000 cittadini rappresentati da questo Consiglio e con quattro assessori in carica che hanno raccolto 479 preferenze. Insomma troppo bassi questi numeri per votare le pratiche senza contraddittorio e correre pure. Forse meglio per tutti tornare a fare poco. Sarà la linea del Piave di questa amministrazione o la Waterloo.